
La chiesa di Santa Luciella ai librai
Qualche giorno fa, passeggiando con un’amica, ho visitato questo luogo nel quale già volevo andare da tempo: chi mi conosce sa perfettamente il mio amore per le capuzzelle (da cosa deriva non lo so), vi dico solo che alla fine della visita ho preso la calamita del famoso “teschio con le orecchie”. Ma andiamo con ordine.
Questa piccola chiesa sorge nel pieno centro storico, esattamente in quello che era l’antico “vicus Cornelianus”, una piccola strada nei pressi di via San Biagio dei librai. Fu eretta intorno al 1327 da Bartolomeo di Capua, giurista e protonotaro fedele ai regnanti dell’epoca, gli Angioini; dedicata a Santa Lucia, divenne luogo di culto della Corporazione dei maestri pipernieri, intagliatori di questa pietra dura (il piperno appunto) tanto utilizzata in città (pare che questi maestri avessero anche conoscenze alchemiche, ma questa è un’altra storia). Decisero di “adottare” Lucia come loro protettrice proprio perchè, nel lavorare il piperno, non era così difficile beccare qualche scheggia in un occhio…quale miglior santa se non quella che protegge la vista?
Ed ecco che, oltre alle immagini di Lucia (chiamata affettuosamente Luciella per via delle dimensioni dell’edificio) l’altare a lei dedicato pullula di ex voto di occhi, che ricordano tutte le grazie ricevute nel corso dei secoli dai suoi fedeli.
La piccola sagrestia, che sembra un reliquiario di oggetti d’epoca (inclusa anche una bella bottiglia della birra “Peroni”, che dona ancora più fascino al luogo) si connette, attraverso una scala, al piccolo ipogeo sottostante: se volete sapere qualcosa sul culto dei morti a Napoli…questo è il luogo giusto.
Oltre ad altri ex voto, le pareti sono occupate da numerosi teschi umani, le famose “capuzzelle”: in genere appartengono a persone morte nel corso dei secoli in varie circostanze, come guerre o epidemie, abbandonate al loro triste destino. E qui nasce il culto: i vivi le “adottano”, talvolta chiedendo una sorta di intercessione, una grazia da ricevere. Notate che uso il tempo presente mentre scrivo…sì, perchè se andate a visitare questa chiesetta, troverete lettere e bigliettini scritti da persone che chiedono un aiuto alle capuzzelle: il sopravvivere di un culto così particolare nel corso dei secoli mi affascina tantissimo (forse ho trovato la risposta al perchè amo così tanto le cape di morte!).
Tra le tante però, ce n’è una davvero particolare, conosciuta come il “teschio con le orecchie”: sì, sembra davvero che le abbia! Ovviamente non è così, ma per qualche motivo presenta due protuberanze che le ricordano molto bene. Sarà la cartilagine rimasta intatta? Il cranio “collassato”? Non cercherò di dare spiegazioni, non è il mio campo e onestamente non voglio neanche saperlo.
Sebbene stiamo parlando di un culto dei morti, credetemi quando vi dico che questi luoghi non trasmettono nulla di paragonabile al macabro, anzi: non so se ciò che provo io quando vengo qui, vado al Cimitero delle fontanelle o all’ipogeo della chiesa del Purgatorio ad arco sia comune a tutti coloro che visitano questi posti; quello che posso dirvi, è che sento un profondo rispetto per questi teschi che una volta erano persone venute a mancare magari in circostanze tristi, e che in un qualche modo adesso riposano in pace, protetti proprio dalla nostra considerazione nei loro confronti.
Potrei parlarvi anche di altre chicche presenti in questo piccolo gioiellino, come il presepio con le anime del Purgatorio, le campane originali o dove mettevano a scolare i morti…ma non lo faccio perchè dovete venire! E’ gestita da un’associazione che si occupa del recupero di questo splendido luogo, per saperne di più www.respiriamoarte.it
CHIESA MUSEO DI SANTA LUCIELLA AI LIBRAI

