Gladiatori a Napoli

Scopriamo subito le carte: non sono un critico e nemmeno un archeologo di professione, ciò che segue è un semplice racconto fatto da una persona che ama i dettagli, l’antropologia e che, manco a farlo apposta, è anche guida turistica.

Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli ospita (fino al 6 gennaio 2022) una mostra dedicata ai gladiatori. I reperti esposti sono circa 160 ed occupano la grande sala della meridiana; l’esperienza continua nel braccio nuovo con “gladiatorimania”, altro spazio particolarmente adatto ai più piccoli (ma fidatevi, anche agli adulti: sfido chiunque a vedere la ricostruzione in lego dell’arena e non fare gli occhi a cuoricino!)

Il racconto comincia dall’atrio, dove è esposto un enorme bassorilievo proveniente da una necropoli di Pompei (sono numerosi i reperti della città vesuviana): diviso in 3 registri, narra le varie fasi delle celebrazioni: inaugurazione dei giochi, lotte tra i gladiatori, venationes, ossia le cacce agli animali.

Passando al piano superiore ecco il vero e proprio allestimento: non segue un percorso cronologico, più che altro tratta i vari aspetti legati al mondo di questa figura così famosa, quasi iconica. 

Non vi voglio spoilerare troppo su ciò che è esposto; vi basti sapere che, visitando la mostra, vedrete ciò che mangiavano, le loro fantastiche armature, bassorilievi, affreschi e mosaici che li ritraggono, immagini del loro luogo di lavoro, l’arena, e tanto altro ancora. Però voglio parlarvi di DUE COSE che mi sono piaciute veramente tanto: un dipinto e un piede.

-Qui esce fuori il mio amore per l’arte. Sì, una delle due cose che mi ha colpito è un dipinto del 1880 di Francesco Netti, dal titolo “Gladiatori al triclinio”. A parte i colori fantastici e il come è rappresentata la scena, quello che si racconta è il post combattimento: il gladiatore vincitore è attorniato da una serie di donne che lo venerano tipo rock star (pare avessero un grande sex appeal), il gladiatore vinto (vinto nel senso mandato all’altro mondo) viene trascinato fuori dalla scena da un addetto ai lavori, lasciando a terra una scia di sangue che viene coperta con della segatura (elemento abbastanza macabro ma che con i colori sgargianti e caldi utilizzati dall’artista diventa quasi bello). Completa il tutto una scena sullo sfondo di un triclinio pieno di gente (oggi sarebbe un “assembramento”), tra persone che chiacchierano e altre visibilmente in preda ai fumi dell’alcol.

Di questo dipinto mi piace tutto, specie il come e il cosa è rappresentato.

-Al centro della sala della meridiana ci sono 2 teche con degli scheletri ritrovati nella città di York, risalenti alla fine del III-inizio IV secolo DC. Di questi probabili gladiatori si sanno tante cose, dall’età fino all’alimentazione che seguivano. C’è però un particolare che mi ha lasciato a bocca aperta, una di quelle cose che non immagineresti: uno di loro aveva un alluce valgo! Non so perchè, ma questa cosa davvero mi ha stupito. Mi immagino questo uomo di 1 metro e 70 (bello alto per l’epoca), vestito con la sua stupenda e pesante armatura, cattivissimo nell’arena, acclamato forse da una folla di tifosi, che torna a casa e la prima cosa che fa…è sedersi perchè gli fanno male i piedi! Non so, questa cosa mi dona una visione decisamente diversa (e umana) ben lontana da Russell Crowe.

In conclusione: vi consiglio di visitare questa mostra che trovo veramente bella e benfatta! Se vi va di visitarla con me (credo abbiate capito come racconto le cose!), sulla pagina Facebook trovate gli eventi che ho organizzato, nonchè qui sul sito, per richieste di giorni diversi. 

MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI NAPOLI

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