
Mi sciolgo per san gennaro
Le cose certe sono due, anzi tre: il numero 18 nella Smorfia napoletana simboleggia il sangue; è inevitabile non pensare a quello di San Gennaro; chi mi conosce, sa che è il mio santo preferito.
Cominciamo questo breve e simpatico viaggio con lui, affettuosamente chiamato da noi napoletani “faccia gialla”. Perchè questo nome? Semplice: in epoca angioina, esattamente nel 1305, dei maestri gli dedicarono uno splendido busto reliquiario in argento e oro: il volto è giallo, ecco qua. Lo si ammira nella Cappella del Tesoro all’interno del Duomo di Napoli; come suggerisce il nome, raccoglie parte delle donazioni fatte nel corso dei secoli (minuscola in realtà, andate a visitare il museo attiguo, resterete a bocca aperta). Non solo: oltre ad alcune ossa del cranio, conservate proprio all’interno del busto citato poco fa, ci sono loro, le ampolle.
Badate bene, non sono esposte al pubblico: si trovano all’interno dell’altare, letteralmente sotto chiave (anzi, sotto chiavi, ne sono due), e sono visibili solo tre volte l’anno: 19 settembre, 16 dicembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio.
Questi sono i giorni nei quali, si spera, accade la liquefazione del sangue, anche se c’è da dire che, tra i tre, il più “importante” è quello del 19 settembre, giorno del suo martirio.
Partiamo dal presupposto che stiamo parlando di un culto: in quanto tale, credetemi, possono esserci tutte le spiegazioni di questo mondo, ma un fedele farà sempre spallucce, ci crede e basta. Tipo me. Da brava guida turistica, nonchè persona curiosa assai, mi documento, leggo e studio. Certo, teorie scientifiche ci sono: ricerche in ambito universitario, spiegazioni che sono un misto di chimica e alchimia, il geniale Raimondo di Sangro che riprodusse la liquefazione…tutto quello che volete; anche la persona più scettica, colui che conosce “faccia gialla” ma sa molto poco della sua storia, appena sa che il sangue si è sciolto, pensa tra sè e sè: “menomale!”.
A questo evento, miracoloso o prodigioso, sono legate le sorti di Napoli; la liquefazione di dicembre ad esempio, ricorda una grazia a lui chiesta dal popolo nel 1631: il Vesuvio stava minacciando la città, lui interviene, il vulcano si placa.
La scorsa settimana San Gennaro ci ha fatto un pò preoccupare, lo scioglimento è avvenuto alle 17.59; l’anno passato, nonostante le preghiere, fu irremovibile. So che può sembrare sciocca come cosa, ma, considerando quello che stiamo passando tutti, nessuno escluso, non dico che le sorti dell’umanità dipendono da due piccole ampolle, dico solo che, quando accade, ti senti un pò più…come dire…sciolto 🙂
Vi saluto e vi rimando al prossimo numero che uscirà dal panaro…


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